Psicosomatica. Ovvero quando la mente parla attraverso il corpo.

<<Le emozioni represse non muoiono mai: esse sono sepolte vive e prima o poi usciranno nel peggiore dei modi>>. Questa è senza ombra di dubbio una delle intuizioni più celebri di Freud, valida più che mai nell’attuale società dove le apparenze contano più di ciò che veramente siamo.

In effetti, quando si tende a reprimere quelli che sono i propri sentimenti e affetti oppure si ha difficoltà nel riconoscere emozioni come frustrazione e senso di colpa, la nostra psiche inizia a inviare messaggi di insofferenza al nostro corpo: in questo modo il corpo dà voce a tutto ciò che la nostra mente non riesce ad accettare e a comunicare liberamente.

C’è una disciplina che si occupa proprio del rapporto che intercorre tra la mente e il corpo: la Psicosomatica. Quando si parla di disturbi psicosomatici ci si riferisce a delle vere e proprie malattie di tipo organico, causate o aggravate da fattori emozionali.

Questi disturbi di tipo psicosomatico possono manifestarsi nell’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, ipertensione, aritmie), nell’apparato gastrointestinale (colite psicosomatica, acidità di stomaco, reflusso gastroesofageo), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria), nell’apparato urogenitale (dolori mestruali, eiaculazione precoce, impotenza), nel sistema cutaneo (psoriasi, acne, prurito, dermatite psicosomatica), nel sistema muscoloscheletrico (crampi muscolari, torcicollo, fibromialgia, cefalea nucale).

Andando nello specifico a esaminare le emozioni represse, scopriamo che un mancato riconoscimento della <<tristezza>> può portare allo sviluppo di disturbi depressivi. La <<paura>>, se soffocata, può generare disturbi d’ansia, attacchi di panico o patologie di carattere fobico.  La <<rabbia>> repressa può diventare distruttiva verso noi stessi oltre che verso gli altri, portando allo sviluppo di sintomi psicosomatici nel tratto gastrointestinale, come gastriti o ulcere. Anche inibire o non condividere la <<gioia>> ci fa male, poiché determina una diminuzione del benessere individuale fino a deteriorare le relazioni con gli altri.

È possibile prevenire tutto questo? La risposta è senz’altro affermativa. Ma come? Iniziando a essere maggiormente consapevoli delle proprie emozioni, identificando il motivo per cui ci sentiamo in quel modo. Senza dimenticare quanto sia importante esprimere ciò che siamo veramente, evitando di “inseguire” idealmente qualcuno e mantenendo comunque un atteggiamento rispettoso verso sé stessi e, ovviamente, verso gli altri.

Dott. Danilo Selvaggio, Psicologo

Per informazioni: tel  349 6230779 

Articolo apparso sul mensile Fuoriporta, ottobre 2019