Esiste ancora l'infanzia?

È una mattina di maggio come tutte le altre. Arriva lo scuolabus per portare i bambini a scuola. L’autista ascolta la radio ad alto volume: trasmettono il notiziario mattutino. Tutti i bambini sentono di morti e feriti provocati da una catastrofe naturale.

Mario, 5 anni, naviga su internet dal telefono della mamma: tra i vari post, scorge un video nel quale ci sono donne e bambini denutriti con le braccia alzate sospinti da un uomo armato di fucile. 

Un pomeriggio d’estate, una bambina attende il suo turno per entrare dal dentista: sul tavolino c’è una rivista lasciata aperta da qualcuno. Si vedono fotografie di cadaveri coperti di sangue.

Queste non sono altro che scene di vita quotidiana nelle quali i bambini sono esposti agli sconvolgimenti sociali, politici, ecologici per via della presenza massiccia dei mezzi di comunicazione di massa, soprattutto da quando internet è diventato il principale strumento di comunicazione e di acquisizione di informazione.

Alcuni studiosi hanno parlato di “scomparsa dell’infanzia”. In effetti è facile riscontrare nei bambini problemi di salute che in precedenza erano conosciuti solo negli adulti: stiamo parlando di nervosismo, disturbi alle vie respiratorie, stress, senso di solitudine.

Oggigiorno, telefoni, radio e televisioni sono onnipresenti e accessibili anche a bambini che non sanno ancora leggere. E spesso questi strumenti vengono utilizzati dai genitori come sostituti a cui affidare il proprio bambino per prendersi una pausa.

Noi adulti sappiamo, almeno approssimativamente, quanti chilometri ci separano dai luoghi colpiti da guerre e carestie, conosciamo grossomodo la frequenza di incidenti aerei, sappiamo i luoghi nei quali tendono a verificarsi uragani distruttivi. I bambini tutto questo non lo sanno.

Spesso i genitori a questo bombardamento di immagini e notizie rispondono con il silenzio. E il silenzio fa correre la fantasia del bambino inducendolo a crearsi una propria visione degli avvenimenti. Altre volte, il silenzio alimenta le paure, paure apparentemente immotivate che lo spingono all’isolamento.

I progressi della scienza e l’avanzata delle nuove tecnologie sono inarrestabili e, indubbiamente, hanno determinato un miglioramento della qualità di vita di noi tutti. Allo stesso tempo, far in modo che l’infanzia non venga dichiarata estinta è un impegno che la nostra società dovrebbe assumere.

Vogliamo veramente passare per la generazione che è riuscita a estinguere, oltre il rinoceronte bianco e la grande barriera corallina, anche l’infanzia?

Dott. Danilo Selvaggio, Psicologo

Per informazioni: tel  349 6230779  

Articolo scritto per il mensile "Fuoriporta" mese maggio 2019