Quel cane nero di nome depressione

La depressione colpisce quasi 5 milioni di persone in Italia senza distinzioni di sesso, età, stato sociale. Se ne sente parlare molto ma non sempre si sa cosa è veramente.  Spesso viene rappresentata come un cane nero che ci accompagna, nostro malgrado.

Il primo modo per riconoscerla e affrontarla è individuare quelle modalità di pensiero che si possono vivere. Vediamone alcune:

-Pensiero del tutto o nulla: quando c’è convinzione che il mondo sia bianco o nero (ad esempio: se non riesco a guadagnare molti soldi, sono un fallito totale);

-Ipergeneralizzazione: una singola esperienza negativa rappresenta tutte le esperienze future (ad esempio: il mio ex fidanzato mi ha fatto soffrire, quindi tutti gli uomini mi faranno soffrire );

-Catastrofizzazione: alcuni eventi vengono considerati come irrimediabilmente negativi
(ad esempio, se arrossirò in pubblico, tutti mi crederanno un debole e mi isoleranno);

-Saltare alle conclusioni: riempire un’informazione parziale aggiungendo delle proprie supposizioni (ad esempio, dirsi “so già che andrà tutto male” come se si riuscisse a leggere il proprio futuro).

Soffrire di depressione significa sentirsi inadeguato e senza valore; considerare l’ambiente circostante come ostile e non supportivo; vedere il futuro incerto e pieno di difficoltà. È facile sperimentare un senso di perdita di energia, cambiamento dell’appetito, insonnia o ipersonnia, ansia, ridotta concentrazione, indecisione, perdita di interesse, irrequietezza, senso di inutilità, senso di colpa o di disperazione, pensieri di autolesionismo e di suicidio. A volte si fa uso di alcol e/o sostanze stupefacenti, utilizzate per alleviare momentaneamente la sofferenza.

La depressione non è la conseguenza di una scelta personale poiché non possiamo decidere se vogliamo o non vogliamo che ci accompagni nella nostra vita. Quindi se con un nostro amico o familiare depresso utilizzassimo frasi come “Non piangere, non è poi così grave”, non saremmo di certo fonte di incoraggiamento.

Cosa fare quindi? Va sottolineato che isolarsi equivale dar da mangiare a questo cane nero, rendendolo ancora più forte. È utile individuare e prendere consapevolezza di quelle modalità di pensiero viste precedentemente, iniziando a metterle in dubbio (es. < come faccio a essere convinto di tutte queste informazioni? >). E sicuramente è importante rivolgersi a un professionista.

La vera forza non è nascondere le proprie debolezze, ma saperle accettare e iniziare a lavorare per migliorarle.

Dott. Danilo Selvaggio, Psicologo

Per informazioni: tel  349 6230779  email  danilo.selvaggio@psypec.it

Articolo scritto per "Fuoriporta" mese febbraio 2019