Alzheimer: quali sono i campanelli d'allarme?

Come ogni anno, il 21 settembre ricorre la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, che ha l’obiettivo di sensibilizzare la società su una delle patologie più invalidanti e drammatiche dei nostri tempi.

Questa patologia, che può manifestarsi intorno ai 65 anni e, nelle forme più precoci, tra i 35 e i 60 anni, comporta deficit cognitivi, cambiamenti d’umore, compromissione della memoria e del linguaggio nonché disorientamento spazio-temporale. La malattia non è un dramma soltanto per il malato che rischia di dimenticare chi sono i propri cari, ma anche per l’intera famiglia, sulle cui spalle grava spesso la quasi totalità dell'assistenza con tutte le conseguenze del caso: senso di impotenza, perdita delle proprie energie, stress, ansie e depressione legate alle sofferenze del proprio caro.

Fondamentale è la prevenzione e, dunque, riuscire a riconoscere i primi sintomi appena essi si manifestano, sia che riguardino noi in prima persona sia che coinvolgano un nostro parente o amico, in modo da poter intervenire il più efficacemente possibile. Per questa ragione, l'American Alzheimer Association ha pubblicato i 10 campanelli d’allarme che bisogna tenere d’occhio:

1. Ricorrenti vuoti di memoria e stati di confusione. 2. Difficoltà nel fare le cose di tutti i giorni (non ricordare come si cucina un pasto). 3. Faticare nel trovare le parole giuste: ad esempio, dimenticare parole semplici e sostituirle con altre illogiche (tabella al posto di tavola). 4. Perdere il senso dell’orientamento (non capire dove ci si trova). 5. Indossare un abito sopra l’altro, come se non sapesse vestirsi. 6. Difficoltà con i soldi e con i calcoli: è preoccupante scambiare un euro con cento euro. 7. Riporre gli oggetti nei posti più strani, come mettere il pettine in frigorifero o i surgelati nell’armadio della biancheria. 8. Improvvisi e immotivati sbalzi d’umore. 9. Mutamento radicale del carattere: è preoccupante se diventa irascibile e diffidente dopo essere stato tranquillo per tutta la vita. 10. Meno interessi e spirito d’iniziativa.

Nel caso ci si renda conto di essere in presenza di almeno quattro di questi campanelli d’allarme, è indispensabile rivolgersi a uno specialista: attraverso vari esami che includono i test neuropsicologici, con i quali si valutano la memoria, la capacità di risolvere problemi, il grado di attenzione e la capacità di contare e di dialogare, si può diagnosticare in fase precoce l’eventuale presenza del morbo di Alzheimer. Fare una diagnosi precoce è utile da subito per modificare stili di vita, promuovere interventi preventivi e avviare percorsi terapeutici con tempestività.

Dott. Danilo Selvaggio, Psicologo

Articolo apparso sul mensile Fuoriporta, settembre 2019

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