Essere RESILIENTI durante la pandemia: come?

Chi di noi non ha mai sentito parlare di “resilienza”? Bisogna ammettere che negli ultimi anni questa parola è diventata di uso molto comune, e che delle volte è stata utilizzata in modo poco appropriato. Ma cosa significa realmente <essere resilienti>?

Innanzitutto non significa essere esenti da stress, difficoltà e dolore emotivo. Piuttosto significa gestire in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontrano durante la propria esistenza. Significa possedere la capacità di leggere gli eventi negativi come momentanei e circoscritti e di vedere i cambiamenti come un’opportunità piuttosto che come una minaccia. Significa riuscire a riorganizzare la propria vita nonostante un evento avverso abbia mandato a rotoli i nostri progetti. In altre parole, essere resilienti vuol dire essere adattivi.

Veniamo all’attualità. Siamo nel pieno della “seconda ondata” da Covid-19. L‘incertezza per il domani, le paure per la salute propria e per quella dei propri cari, le restrizioni da rispettare, le difficoltà economiche rischiano di deflagrare in vero e proprio panico che, unito a stress e pessimismo, finisce per abbassare le nostre difese immunitarie.

Come possiamo evitare tutto ciò, ed essere dunque realmente resilienti?

Innanzitutto imparando a filtrare le informazioni in entrata. Oggigiorno, tra social e tv, siamo bombardati di notizie spesso contrastanti tra loro, se non di vere e proprie fake-news che hanno solo lo scopo di creare allarmismo e non di informare. Ragion per cui da un lato sarebbe consigliabile aver cura di informarsi attraverso fonti attendibili e ufficiali imparando a dirigere la nostra attenzione anche verso notizie positive (numero di guariti, gesti di altruismo…). Dall’altro lato sarebbe opportuno ridurre la nostra presenza sui social evitando di condividere in maniera compulsiva notizie attendibili o meno sul virus, stando attenti a non farci coinvolgere troppo da ciò che leggiamo: l’indignazione pubblica può suscitare rabbia o ansie sproporzionate rispetto al pericolo reale.

Un altro aspetto da non trascurare riguarda le emozioni negative e i nostri stati d’animo, che non vanno repressi bensì primariamente riconosciuti, continuando tuttavia a coltivare una visione positiva del futuro, di sé stessi e delle proprie capacità nel gestire le difficoltà.

Se infatti l’adattamento è fondamentale, la progettualità lo è altrettanto: continuiamo ad immaginare il futuro e a progettare una reale e consapevole ripartenza sfruttando la nostra creatività, il nostro intuito e il maggior tempo a disposizione, rinnovando le nostre competenze e implementando i nostri talenti. Continuiamo ad investire su noi stessi e sul domani alimentando la fiamma della speranza.

Le difficoltà, economiche e psicologiche, sono oggettive. C’è stanchezza, frustrazione, ansia, rabbia. In tutto ciò sarà la nostra capacità di resilienza a fare veramente la differenza.

 

Dott. Danilo Selvaggio, Psicologo

Articolo apparso sul mensile "Fuoriporta" dicembre 2020